Lungi dal voler svolgere uno studio tecnico-scientifico sull’industria estrattiva della “Pietra di Luserna” e di conseguenza sull’importanza o meno che essa può rivestire nell’economia nazionale, regionale o provinciale, il Gruppo di ricerca etnologia “Da pare n’ fieul” ha voluto addentrarsi nel mondo delle cave o meglio nel mondo dei “lusatiaire” spesso chiamati spregiativamente “pica lusot” o “picao lusot” in patuà, per scoprire e quindi far conoscere tutto ciò che faceva parte di questo mondo. In particolare con questo lavoro intendono mettere in evidenza tutta l’esperienza, l’umanità e la cultura di questa gente spesso considerata rozza e rude perché in passato svolgeva un lavoro duro e pesante con attrezzature e mezzi di trasporto rudimentali, quasi sempre costruiti con le loro stesse mani o da altra gente che ben sapeva quanto duro fosse il lavoro a cui erano destinati quegli attrezzi.In conclusione, questo lavoro, già voluto ed iniziato a suo tempo da Dino Fenoglio e continuato dai componenti del gruppo negli anni dopo la sua scomparsa, vuole essere innanzitutto un compimento ed una prosecuzione del suo appassionato lavoro di ricerca in questo campo ed in altri riguardanti tutto il mondo popolare, ma soprattutto un riconoscimento per il lavoro, la vita e le conoscenze di questa gente che, secondo le parole, di Dino Fenoglio stesso è “cresciuta a contatto della natura ed è carica di esperienze legate ad essa; gente che conosce ogni erba medicinale (delle queli si danno esempi nella seconda parte del libro) e ne sa l’uso;M gente che con grande maestria ha utilizzato ogni prodotto del suo secondo lavoro di “bergè” (pastore): dalla lana al latte, alla confezione delle maglie, calze, mantelline… e ha creato gli squisiti “tumin”, le “tume”, i “furmacc del brgè”, i “sairass del taschet”, i “sairas del fen” e saporiti pani di burro..”.